Associazione RMP di Giuseppe Monari

Sistema di Riequilibrio Modulare Progressivo - Concetto KABAT

Foggia 2023 - La Riabilitazione del Paziente Emiparetico secondo il Sistema RMP


SEDE: Universo Salute - Opera Don Uva - Via Lucera 110 - 71122 Foggia (FG)

Descrizione del corso

Il sistema “RMP” con Facilitazioni Neurocinetiche nel trattamento del paziente emiplegico


Il presupposto dell’intervento riabilitativo nel trattamento del paziente emiplegico e le sue possibilità di recupero motorio, non può prescindere dalle teorie sulla plasticità del SNC. Capire come gli studi delle neuroscienze e della neurobiologia (convalidati nell’ultimo ventennio), si collegano alla pratica riabilitativa e perché è così difficile dimostrare l’efficacia dell’”esercizio terapeutico”, non è cosa semplice. Ormai numerosi sono i fattori che possono influenzare il grado e la modalità della plasticità, dopo danno cerebrale, quali: la sede e l’estensione della lesione, la diaschisi e l’organizzazione delle aree motorie. Se il danno di un sistema funzionale è parziale, il recupero del sistema sensomotorio sarà comunque possibile, mentre se la distruzione è completa, l’unica alternativa è la sostituzione con sistemi funzionali strettamente correlati con quello leso (Teoria della Vicarianza). Un altro fattore è lo smascheramento/disinibizione delle connessioni sinaptiche, precedentemente silenti all’interno del sistema corticospinale. Studi hanno dimostrato che la riorganizzazione funzionale è possibile anche dopo nove settimane dall’ictus e tutto ciò avviene nella corteccia parietale. La diaschisi, che non è altro che l’effetto a distanza dell’area cerebrale lesa, suggerisce che l’insufficienza funzionale acuta nell’area lesa, può indurre effetti modulatori sull’eccitabilità corticale nei distretti non affetti dello stesso emisfero, attraverso le connessione ed interconnessione delle vie cortico-corticali e degli emisferi cerebrali. Non vanno dimenticati gli studi sulle Teorie delle Rappresentazioni Multiple, della Ridondanza e delle Risorse Cerebrali (E.Goldberger). Va citata inoltre, la riorganizzazione tessutale, che riguarda il reclutamento di vie metaboliche funzionalmente omologhe, ma anatomicamente diverse delle vie danneggiate es: vie cortocospinali e non quelle piramidali ( “Fieschi e coll.”), la Sinaptogenesi e l’Arborizzazione Dendritica. Studi invece, che riguardano l’effettiva riorganizzazione motoria, eseguiti su pazienti dopo sei mesi dall’ictus e che propongono solo esercitazioni con l’arto superiore paretico ed escludono completamente l’emilato sano o mano sana, per giorni e settimane, hanno evidenziato un ampliamento delle mappe motorie del 40% C. I. M. T. Constraint Inducent Movement Therapy (Paolo Maria Rossini, Claudia Altamura). Questo dato suggerisce che l’attivazione dell’area S.M. controlesionale sia meno efficace di quella ipsilesionale, per il recupero clinico dopo l’ictus. Nell’insieme la letteratura scientifica tende a concordare che l’attivazione dell’emisfero controlesionale sia un fattore prognostico negativo.

E’ da questi presupposti neurofisiologici e di plasticità che nasce l’esigenza di conoscere in quale modo si sviluppa la ripresa motoria del paziente per poter fare prognosi riabilitativa. Nel trattamento del paziente emiplegico infatti, prima ancora della tecnica ha un importanza determinante la conoscenza delle varie forme di emiplegia. Il programma di trattamento e le aspettative sul recupero possono essere diverse a secondo di come si manifesta la ripresa motoria.


 

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